"Valpreda è colpevole" La
costruzione di un mostro
di
Marcello Bosco
da "l’Unità del 17 dicembre 1969
Un ex ballerino di 37 anni, Pietro Valpreda, è stato arrestato per la
strage di piazza Fontana. Lo accusa la testimonianza di un tassista milanese:
«Si è diretto con una borsa verso la Banca del l'Agricoltura, quando è tornato
dopo pochi attimi, non aveva più la valigetta...». L'uomo, definito un
«anarchico individualista», nega disperatamente, ha anche presentato un alibi
che ora è al vaglio della magistratura. La polizia, finora, non ha fornito
alcuna delle prove che sarebbero state raccolte contro il Valpreda, a parte la
conferma che l'ex ballerino è stato riconosciuto, nel corso di un confronto
alla presenza del magistrato, dal tassista Cornelio Rolandi giunto ieri mattina
in aereo da Milano per indicare il misterioso cliente (che per la verità aveva
già riconosciuto in fotografia).
L'annuncio dell'arresto di Pietro Valpreda
e del fermo di otto persone e giunto ieri sera, dopo una caotica giornata di
colpi di scena, di indiscrezioni, di smentite, di nomi fatti circolare
indiscriminatamente nei corridoi di San Vitale. E c'è da dire subito che
restano ape ti molti gravi interrogativi, rimangono larghe zone d'ombra: e
questo anche per il comportamento degli investigatori, apparsi più preoccupati
di «tranquillizzare» con un nome la frenetica pressione resa ancora più acuta
dal suicidio di Giuseppe Pinelli che non, ad esempio, di rendere noti gli
elementi raccolti contro l'ex ballerino, parte il riconoscimento del tassista.
Ed è proprio Cornelio Rolandi, il personaggio-chiave della vicenda. Il nome di
Pietro Valpreda è venuto fuori infatti poco dopo l'arrivo a Fiumicino
dell'autista milanese. E il racconto di Cornelio Rolandi è alla base del castello
di accusa: «Venerdì pomeriggio ho preso su un cliente mi ha detto di portarlo
all angolo di via S. Tecla. Aveva una grossa borsa. E sceso dicendo di
aspettarlo, l'ho visto dirigersi verso il palazzo della Banca della Agricoltura
è tornato dopo qualche attimo a mani vuote. "Va da via, vada
avanti..." mi ha detto. Si è fatto lasciare a duecento metri in via
Albricci... subito dopo c'è stata l'esplosione...».
Il tassista ha confidato tutto ciò a un
cliente, quest'ultimo ha avvertito carabinieri, il Rolandi ha nuovamente
ripetuto il suo racconto ai militari. Gli sono state mostrate alcune foto (con
tanti saluti alla procedura) e l'autista ne ha indicata una: quella di Pietro
Valpreda.
Ma l'ex ballerino era già in stato di
fermo, a Roma perché in passato sospettato degli attentati ai treni e, per
questo, finito tra i «possibili sospetti». Chi è, innanzitutto, Pietro
Valpreda: ballerino nelle compagnie di Dapporto, Walter Chiari, infine di Don
Lurio, in questi ultimi tempi aveva lasciato le scene perché, a quanto pare,
colpito dal morbo di Brugher alle gambe. Il suo passato presenta diversi lati
oscuri, ha dei precedenti penali per rapina e per rissa: e ciò può far supporre
che si tratti di un personaggio soggetto a facili ricatti, disponibile per
qualsiasi avventura.
Per questo quando il tassista si è
presentato ai carabinieri e si è reso inevitabile un confronto con l'ex
ballerino, è stato deciso di portare il Rolandi a Roma. L'autista, accompagnato
da due funzionari della questura milanese, è giunto alle 11,15 a Fiumicino ed è
stato subito portato in un ufficio «segreto» in attesa del confronto. E stato a
questo punto che sono iniziati i colpi di scena, le contraddizioni, la ridda di
smentite e di «è fatta...» mormorate a mezza bocca. Alle 14, l'annuncio clamoroso.
Un funzionario dell'ufficio politico è uscito dalla sua stanza, si è rivolto ai
cinque-sei giornalisti presenti: «Ci siamo, è la stretta finale... come farebbe
un sarto abbiamo imbastito la prima prova del vestito... è tutto a posto,
mancano solo le rifiniture...». E, contemporaneamente, l'annuncio di una
conferenza stampa per le 17,30 di grande importanza, sotto i riflettori della
Tv.
Due ore dopo, alle 16,28, la prima doccia
fredda con una nota diffusa dall'Ansa: «Il dottor Provenza (capo dell'ufficio
politico, ndr) ha definito frutto di un malinteso la notizia secondo la
quale conoscerebbe i nomi dei responsabili degli attentati».
Stupore generale, proteste dei giornalisti
che avevano ascoltato perfettamente le parole del funzionario. Dopo qualche minuto
un'altra smentita ufficiale della questura di Roma: «La notizia è priva di
fondamento».
Nei corridoi della questura però altri
funzionari, si esprimevano con toni diversi. «Quello che abbiamo detto è
vero...» e poi, scrollate di spalle come a far capire che dall'alto era giunto
l'ordine di non parlare troppo, di passare la mano. Forse per non creare
«complicazioni» con la magistratura. Ma, nell' intrecciarsi delle ipotesi, la
prima è che in effetti i poliziotti abbiano preso una cantonata, parlando troppo
senza avere carte in mano; un'altra è che si tratti di una specie di bluff, che
forse può servire a distogliere l'attenzione da Milano, dal suicidio di
Giuseppe Pinelli.
Poi, alle 18,40, l'attenzione si sposta
fulmineamente al Palazzo di Giustizia: Valpreda viene condotto nell'ufficio del
dott. Occorsio dove già si trova il tassista milanese. Entra anche il legale
del Valpreda, l'avvocato Guido Calvi. Circola, intanto una spiegazione sulle
inattese e incomprensibili smentite: si dice che il confronto tra il tassi sta
e il Valpreda è già avvenuto nella mattinata, e che da un esito positivo sia
scaturita l'euforia degli investigatori e le dichiarazioni «compromettenti».
Successivamente qualcuno si sarebbe «ricordato» che il confronto non era
valido, in quanto non era presente i difensore: da qui la marcia indietro e la
ripetizione del confronto.